Rosario Crocetta da Gela, a un sondaggio del Sole24ore,
precipita all’ultimo posto, quale governatore della nostra isola. All’ultimo posto e, per giunta, al numero
diciassette. Un numero che porta sfiga. Sarà distrutto il presidente-pinocchio,
il pappagone di Sicilia. Il suo indomito narcisismo subisce una sferzata
formidabile, lui che vorrebbe essere sposo in ogni matrimonio e morto in ogni
funerale (mi dispiace scomodare Longanesi e Malaparte per un simile “personaccio”),
a un sondaggio promosso da un organo di stampa serio, rimedia l’ultima posizione.
E’ dietro persino a Cota, quello dello scandalo delle mutande verdi, a Maroni
quello del respingimento dei migranti, a Scopelliti, il calabrese fascista. E’
dietro a tutti perché è il governatore che ha fatto un numero smisurato di
promesse, annunci, proclami e ,alla fine, non ha portato nulla nel carniere
amministrativo.
Pure il sindaco di Messina, Accorinti, perde (cinque punti), rispetto all’anno
scorso. Non è l’ultimo, come Crocetta, soltanto perché (s)governa da minor
tempo e non ha dato ancora modo a un numero maggiore di cittadini di capire il
colossale errore in cui sono incorsi, votandolo.
Ma lui sembra non essere
consapevole della propria solare inadeguatezza. Ieri, infatti, mentre era
pateticamente asserragliato dietro i cancelli di Palazzo Zanca, per motivi di
ordine pubblico e mentre centinaia di persone gli urlavano un dissenso vibrato
contro la Tares ,
lui rileggeva un delirante intervista concessa proprio il giorno prima, al
Giornale di Sicilia, in cui dichiarava: “A Messina, avvocati e medici mi
aiutano a pulire”. Palle. E sempre a proposito di palle c’è chi sostiene che i
famosi trenta autobus in più che il sindaco si vanta di avere fatto circolare
in città, farebbero ogni giorno un incredibile giochetto, marcando l’uscita dai
depositi dell’Atm, per farvi ritorno subito dopo. La ragione? Sono rotti.
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