Da circa sei mesi, Francantonio Genovese vive una vita “altra”,
ristretto nella casa circondariale di Messina con accuse pesanti (che dovranno
essere valutate e accertate in fase processuale). A fronte della determinazione
con cui la magistratura, avvolta su se stessa, non emette provvedimenti
liberatori prolungando all’infinito la carcerazione preventiva ( ma dove è
finita la civiltà giuridica?), lui, Francantonio, resiste, con una tenacia e
una forza sovrumane. E intanto si è inventato un nuovo modello di vita. Lui,
nato col cucchiaino d’argento in bocca, abituato, sin da piccolo, a una
esistenza privilegiata, oggi, piuttosto che rifiutare, sia pure psicologicamente,
la costrizione, o ribellarsi, o tentare tutti i possibili escamotages per
rompere le “catene”, si è adattato facendo della sua “tana”, un luogo di
solidarietà e di umana comprensione. Aiuta i compagni di ventura a scrivere
istanze, relazioni, petizioni; li conforta indicando loro il rifugio della
preghiera acciocchè nella fede possano trovare risorse di energia e di speranza.
Non affida più alla moglie, che, nei giorni stabiliti da rigide regole, va a
trovarlo, la biancheria da lavare, provvedendo esso stesso alla bisogna. Ha
imparato persino a cucinare.
La domenica alle 10 è il primo a presentarsi in
chiesa e da quando c’è lui, anche gli altri seguono la funzione. Il cappellano
è la persona che vede volentieri ed è stato lo stesso cappellano a portargli la
notizia della scomparsa del padre. Insomma l’uomo di potere, il politico
felpato aduso a strepitosi successi elettorali, il deputato da ventimila
preferenze (elemento questo che ha fatto imbufalire qualche compagno di partito,
il quale , sotto traccia, se lo è venduto) ha cambiato pelle, ha scoperto
energie insospettabili, ha dato nutrimento alla dignità, , all’accettazione
della volontà divina (alla quale, per sua fortuna, crede), affrontando le inevitabili
mortificazioni con sobria regalità. Francantonio esce (esce?) da questa esperienza
profondamente cambiato, avendo subìto una sorta di mutazione genetica che ne ha
fatto un uomo a tutto tondo, la cui umanità, sviluppatasi in maniera esponenziale,
è maturata, si è fatta sostanza, ha trovato nuove strade per esprimersi. I
manettari e i forcaioli troveranno stucchevole questo mio racconto. Ma questa
sono, oggettivamente, le prigioni di Francantonio Genovese. Adele Fortino
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