E’ stato fatto a
striscioline, ma con garbo. E’stato preso a sberle, ma con civiltà. E’ stato
contestato, ma con grazia. E’stato evocato con rabbia, ma senza insulti.
Questa (non richiesta) passerella
non deve essere piaciuta a Renato Accorinti, il sindaco dal narcisismo patologico
e dalla paranoica tendenza a inventarsi realtà inesistenti, sempre e soltanto
teso alla ricerca affannosa di una telecamera, di un microfono, di un
palcoscenico.
Il copione del clamoroso
disvelamento è stato scritto e interpretato da Gino Sturniolo e Nina Lo Presti, i due consiglieri comunali famosi
per essersi dimessi a fronte della delusione procurata loro dall’agire politico
del Vertice Amministrativo. Che, sin dall’inizio del suo mandato, piuttosto che
realizzare una vera democrazia dal basso si è invece fatto attrarre dalle
sirene di una borghesia opportunista e ipocrita.
Quale l’ arma usata da questi
eroi di coerenza politica? Un libro, con una foto emblematica in copertina. “Assolto
per non aver compreso il fatto” è il titolo del saggio (ed. Armando Siciliano).
Sì, un saggio che descrive con serietà e precisione di dettagli un pezzo di
storia cittadina: a partire dal Nodo Principe, quello di dare vita, nel
contesto dissestato delle casse cittadine, al Piano di riequilibrio (ancora
sepolto in un polveroso cassetto ministeriale) piuttosto che la dichiarazione
di default, come promesso e sbandierato in campagna elettorale. Si è preferito
privilegiare alcuni creditori di Palazzo Zanca, questo è l’assunto degli Autori,
piuttosto che fare un’operazione di chiarezza, essenziale per ridare slancio la
città.
Gli Autori dovrebbero fare un
ultimo sforzo: inviare una copia del loro lavoro ai giornalisti delle testate
nazionali che hanno parlato in modo entusiasta di Accorinti. Essi (De Gregorio,
Iacona, Travaglio, persino Lerner ecc.), pensavano di mostrare un fenomeno di…sindaco, laddove
invece finivano col fare soltanto pessima informazione. Spia di certo giornalismo abborracciato
che si usa oggi in questo Paese. Adele Fortino
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